Storie e leggende Stampa

L'Akita imperiale

Si narra che l'Imperatore Yuryaku (457-479 d.C.) vide, passando per un villaggio, una casa molto simile al suo palazzo, furibondo diede ordine che venisse immediatamente incendiata e distrutta, niente doveva rimanere. Il proprietario disperato non sapendo come far cambiare idea all'Imperatore, pensò di regalargli uno dei suoi cuccioli di cane, prese il più bello e lo donò al suo signore. L'Imperatore rimase così colpito dalla bellezza di quel cucciolo che s'impietosì e concesse la grazia fermando l'ordine impartito, la casa fu salva. Quel cucciolo (un antenato di akita) divenne membro della corte. Quando ci si rivolgeva ad un Akita Imperiale era d’obbligo usare termini speciali creati appositamente per questa razza; il sorvegliante stesso del cane doveva usare un abito particolare, ed il cane doveva portare un guinzaglio che ne indicasse lo stato sociale (del cane oltre che del proprietario). Uno dei miti più antichi relativi alla razza è una leggenda popolare degli Ainu (:figli dei cani); il rispetto verso questa razza deriva da una leggenda secondo la quale il popolo Ainu sarebbe nato dall'unione tra una donna e un cane.

 


Akita e i bambini

Le donne , quando andavano al lavoro nei campi, usavano affidare i loro figli ad una femmina di Akita che li avrebbe sorvegliati fino al loro ritorno. Ancora oggi quando nasce un bambino è cosa molto gradita ricevere una statuetta di Akita sinonimo di lunga vita e buona fortuna.

 


Hachiko, il cane di Shibuya

Nei pressi della stazione ferroviaria Shibuya, a Tokyo, c'è una statua dedicata ad un akita, si tratta di Hachiko, il cane di un insegnante che aspettava il suo padrone ogni giorno alla stazione e che continuò ad aspettarlo alla stessa ora per sette anni dopo la sua morte (1935). Al giorno d’oggi alcune coppie giapponesi si danno appuntamento nella piazza in cui si trova la statua, Achiko rappresenta ancora un simbolo di fedeltà.

Statua di Hachiko

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 12 Agosto 2009 17:07